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Studiando la lingua inglese con il metodo scolastico, uno studente su quattro non capisce e non sa leggere un testo.

 “La padronanza dell’Inglese, la lingua franca della cultura, del lavoro e di Internet, è sempre più importante. Chi non la possiede rischia di essere tagliato fuori da moltissime opportunità. 

Per questo dal 2018 le prove INVALSI misurano anche le competenze acquisite in questa materia. 

Le prove di Inglese verificano le capacità ricettive, di lettura e ascolto, non quelle espressive, e misurano il raggiungimento dei livelli di apprendimento previsti dal Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER). 

Le Indicazioni Nazionali e le Linee Guida prevedono il raggiungimento del livello A1 per gli alunni di quinta primaria, del livello A2 per quelli di terza secondaria di primo grado, e del livello B2 per quelli dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado. 

I quesiti proposti, di complessità diversa a seconda del grado esaminato, verificano la capacità di capire gli altri nella vita reale. La prova di lettura si basa su testi autentici, mentre quella di ascolto propone brani audio o conversazioni” (Da Rapporto invalsi 2019).

Purtroppo nonostante le premesse, il Rapporto Invalsi 2019, presentato alla Camera dei Deputati, rivela un quadro drammatico del livello d’inglese, compreso e letto, da parte degli studenti italiani alla Maturità:

  • uno su due non riesce a leggere correttamente un testo;
  • uno su tre non è in grado di comprenderlo;
  •  il 25% non raggiunge il livello minimo.

E al Sud come al solito la situazione è peggiore.

L’apprendimento della lingua inglese risulta così uno dei problemi più drammatici della scuola italiana.

Solo uno studente su tre, infatti, dopo 13 anni di scuola capisce ciò che ascolta, mentre uno su due se la cava nella prova di lettura. Addirittura uno su quattro non raggiunge il livello B1, cioè si posiziona a un livello di competenza molto basso dopo 13 anni di istruzione.

È evidente che qualcosa nel metodo non funziona.

Da questo punto di vista il Rapporto Invalsi, permette di comprendere una questione sicuramente importante:

il notevole scarto tra gli esiti della prova di lettura (reading) e quelli della prova di ascolto (listening), sottolinea infatti come a scuola venga dato maggior rilievo ad una didattica eccessivamente legata alla frequentazione dei testi scritti piuttosto che alla pratica di ascolto ed espressione orale.

Ad oggi quindi risulta chiara la necessità di sperimentare ed affinare nuove metodologie di insegnamento che garantiscano agli studenti un’ottimale livello di preparazione della lingua inglese, soprattutto quando commisurato agli anni di studio.

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